mercoledì 20 febbraio 2008

IL PROCESSO? E' USCITO UN ATTIMO

Si intitola "Il grande abbaglio" il libro scritto da due cronisti de Il Giornale in cui si ricostruisce un'ipotesi che spiegherebbe la strage di Erba assolvendo gli impoutati Olindo Romano e Rosa Bazzi. Alla pubblicazione del libro corrisponde il momento più acuto, fino a questo momento, dello strabismo tra il processo giuridico (in aula) e quello mediatico (fuori). I due piani, insomma, mai sono stati tanto distanti. Prima di approfondire la questione del doppio binario con una serie di nuove riflessioni e, spero, di contributi di chi legge, desidero proporre questa intervista rilasciatami da Felice Manti, uno dei due autori del libro.

Anche dalla sua posizione, pur opinabile, intendo aprire un dibattito sulla costruzione di questo secondo processo, aperto su libri e giornali, che corre molto più velocemente di quello in scena davanti alla Corte d'Assise e che, a seconda dello schieramento, ha già emesso la sentenza finale. Per Manti, i coniugi Romano sono innocenti, ma il discorso è più ampio. Vediamo cosa dice:



Qual è stata la molla, la scintilla, che vi ha fatto decidere di scrivere questo libro?
Abbiamo scelto di scrivere il libro dopo che, all'udienza preliminare dello scorso ottobre, Olindo si è dichiarato innocente, la difesa ha detto no al rito abbreviato e ha chiesto che la perizia dei Ris fosse usata a discolpa. Lì è scattato il dubbio che qualcosa non tornasse.

Quando hai cominciato a pensare che i Romano potessero essere innocenti?
Quasi subito. Troppe cose non tornano: la dinamica descritta dalle macchie di sangue trovate dai Ris, la tempistica della strage, l'assenza totale di macchie nel loro appartamento e di Dna a casa delle vittime, certi particolari che i due coniugi non sono stati in grado di spiegare, dalla morte della Cherubini all'accelerante. Troppi dettagli fuori posto, sui quali solleviamo dei dubbi che ci aspettiamo vengano chiariti defitinivamente al processo.

Hai mai preso in considerazione le "implicazioni" del caso. Mi spiego, trattandosi di una strage efferata in cui è stato ucciso anche un bimbo, con due rei-confessi e un testimone oculare, il "rischio impopolarità", anche nel rispetto delle vittime, della vostra tesi è obiettivamente alto.
Il giornalista deve perseguire un solo scopo: la verità, per quanto brutta e difficile possa essere.

Ti sei domandato perché un innocente dovrebbe arriverare a confessare un massacro tale?
Non è il primo caso. Come avrai avuto modo di vedere nel libro, la letteratura di confessioni false è ampia e documentata. Il nostro sistema giuridico prevede che le confessioni non bastino, tanto che la Cassazione ha deciso di tarci un taglio, sancendo che siano suffragate da prove (scusa il gioco di parole) a prova di bomba. Vedremo a processo se sarà così.

Anche se la tesi difensiva non è ancora stata esplicitata, l'impressione è che in buona parte possa andare a ricalcare l'ipotesi tracciata sul libro. Avete messo in conto questo fatto? Con quale criterio avete scelto la tempistica della pubblicazione?
La strategia difensiva è una cosa che non ci riguarda: noi siamo giornalisti, abbiamo fatto una controinchiesta basata solo su carte della Procura. Non abbiamo consultato nemmeno una perizia difensiva. La tempistica della pubblicazione è legata al tempo necessario per mettere insieme la documentazione (ottobre), ragionarci su (novembre e dicembre) e scrivere il libro, che abbiamo chiuso il 18 gennaio scorso.

Parliamo della sovrapposizione dei due piani: quello mediatico e quello giuridico. Secondo te, quale può essere l'effetto finale della contaminazione tra i due livelli?
Se per processo mediatico intendi la sentenza già scritta dai soliti soloni in tv che non hanno evidentemente letto neanche una carta, beh ti ho già risposto. Sono certo che la Corte, presieduta magistralmente da Alessandro Bianchi, non si farà influenzare dalla piazza ma dalle prove. La contaminazione per ora è avvenuta in modo univoco: i media hanno influenzato l'opinione pubblica e hanno snobbato diversi passaggi in aula che secondo me, alla fine, risulteranno decisivi. Spero che prima o poi il beneficio del dubbio basato sulle carte contagi anche chi ha già deciso come andrà a finire.

Secondo te, la difesa approderà alla richiesta di perizia psichiatrica per i de
coniugi?
Non entro nel merito delle scelte della difesa. Come ti ho già detto sono un giornalista, non un avvocato né un mago. Non ho la presunzione di leggere nella mente dei legali.

Che tipo di riscontri, oltre alle vendite, state avendo dopo la pubblicazione del libro? (mail, messaggi verbali, lettere)
Chi ha letto il libro resta sconcertato dalla mole di dubbi che solleviamo e dal fatto che siano
documentati, dal primo all'ultimo. Ma il pregiudizio monumentale contro Olindo e Rosa è difficile anche da scalfire.

Quante copie ha venduto nella prima settimana?
Non lo sappiamo ancora.

Come andrà a finire questa storia secondo te? Sia in aula, sia fuori.
Vale quello che ti ho detto sulla Corte e sui legali. Non sono un mago e non pretendo di avere la verità in tasca.

Non escludo (anche se non ho la sfera di cristallo) che entrambi gli imputati avranno altre cose da dire.

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