martedì 12 febbraio 2008

IL MODELLO ASTORI

Definirlo processo digitale è riduttivo.
Il sistema messo in piedi dal piemme Massimo Astori e dai suoi consulenti nell’aula della Corte di Assise di Como è in grado, per la prima volta, di mostrare ogni singolo passaggio del dibattimento a tutte le parti e al pubblico.
Non era mai avvenuto nel Tribunale di Como che documenti integrali, relazioni, verbali, lettere, querele, fotografie, planimetrie, ricostruzioni grafiche e ogni atto contenuto nel fascicolo del processo fossero mostrati, passaggio per passaggio, a tutti.
Si parla di una lettera? Tutti possono leggerne in tempo reale il contenuto. Si parla di un immobile? Eccone fotografie, piante e riproduzioni. Si parla della scena del delitto? Sui grandi plasma installati scorrono le immagini, con l’accortezza di oscurare i monitor del pubblico nel caso i contenuti siano troppo crudi.
A beneficio degli stessi difensori degli imputati e degli avvocati di parte civile, oltre che, ovviamente, della Corte, Astori ha riprodotto ogni singolo atto su supporto digitale in modo da poterlo utilizzare con i computer di cui dispone e di poterlo trasmettere in video all’occorrenza.

Mai un processo aveva rispettato a tal modo la sua caratteristica di pubblicità.
La preparazione del processo da parte della pubblica accusa è stata lunga e complessa.
Mesi di catalogazione delle prove, di scannerizzazioni ed elaborazioni informatiche del materiale di inchiesta.
Tutto è stato ordinato secondo l’ordine cronologico del dibattimento e tutto, una volta conclusi i vari interventi, potrà essere recuperato con precisione e velocità estreme.
E qui sta il grande valore del lavoro fatto da Astori.

Non solo gli atti risultano estremamente fruibili nel corso del dibattimento, ma, una volta giunti in dirittura d’arrivo, l’aver digitalizzato ogni passaggio risulterà di enorme utilità alle fasi conclusive del processo. Ogni testimone è, in pratica, archiviato in una sorta di “cartella elettronica”, e alla sua deposizione restano allegati i documenti ad essa relativi (foto, planimetrie, verbali, dichiarazioni, ecc…).

Insomma, per la prima volta, possiamo parlare di un processo totalmente informatizzato, in cui le semplici trascrizioni delle testimonianze vanno a completare un impianto completo in ogni sua parte e di grande efficienza.
Non sappiamo se il modello studiato da Massimo Astori sarà riprodotto e utilizzato anche in altre occasioni. Un fatto è certo: nell’era della cosiddetta “giustizia lumaca”, il metodo Astori è sicuramente in grado d ottimizzare risorse e tempi che, nell’economia del processo, diventano fattori fondamentali.
Scusate se è poco.

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