martedì 4 marzo 2008

LA GRANDE SORELLA

È l’Opinione Pubblica il referente primo dei giornalisti della Rai (Alessandro Gaeta e Francesco Vitale) che protestano, con garbo e buon senso, per le restrizioni imposte dalla Corte d’Assise alla trasmissione in tempo reale o in semi-differita del processo sulla strage.

“Se così non fosse stato – scrivono i colleghi in una lettera pubblicata da La Provincia – i cittadini, tutti i cittadini che guardano i telegiornali e che il giorno dopo approfondiscono l’argomento attraverso la lettura dei quotidiani, avrebbero potuto giudicare con le loro orecchie e i loro occhi sia la qualità della testimonianza di Mario Frigerio che la sincerità delle dichiarazioni di Olindo Romano. Una mancanza di trasparenza – aggiungono – che, viceversa, favorisce i mercanti di notizie. […] Spegnendo i registratori, sterilizzando le telecamere, rinviando a dibattimento concluso e quindi sine die la trasmissione dei momenti più vivaci di un processo, si limita il controllo dell’opinione pubblica”.

La Provincia affida la replica a un giudice, comasco, che da tempo si interroga, a vari livelli, su quale possa essere il miglior, o forse il meno dannoso, rapporto tra informazione e giustizia. Giuseppe Battarino nella sua considerazione parte dall’assunto che i due mondi non debbano essere contrapposti, ma dialoganti, e questo è già un buon presupposto. Detto ciò, Battarino scende nel merito dell’ordinanza con cui la Corte d’Assise ha regolamentato le riprese televisive del processo, vietando la messa in onda, fino a sentenza emessa, delle immagini delle parti. Le parti, per chiarezza, nel processo sono un po’ tutti, dal piemme ai difensori, dagli imputati alle parti civili.
Un limite che il Gip lariano di ruolo a Varese definisce “felice innovazione giuridica e pratica, un elevato riconoscimento processuale del valore dell’informazione”.
L’ordinanza “affronta il delicato problema del rispetto delle persone chiamate in aula perché vittime o testimoni, da tutelare rispetto a ogni indebita pressione emotiva e psicologica, ed esclude perciò che l’occhio della telecamera si accenda in diretta. Non un generico buon senso – conclude il giudice Battarino – non un (giuridicamente possibile e più facile) rifiuto; i giudici non sfuggono alla realtà con formule vaghe, ma la affrontano ricordandoci che il processo è il momento in cui le persone si devono rispettare e non esibire, e le passioni si devono placare e non accendere.

Mi vengono un paio di considerazioni:

E’ proprio così vero, come dicono i giornalisti della Rai, che il fatto di poter “giudicare con le loro orecchie e i loro occhi” sia un diritto assoluto del pubblico pagante? O è forse il famoso “effetto moviola” di cui ho parlato qui, che rende tutti, in poltrona davanti alla tivù, allenatori, arbitri e persino giudici?

E poi, è vero che i giornalisti televisivi sono, di fatto, penalizzati dall’ordinanza della Corte rispetto a quelli della carta stampata, ma ciò che viene meno non è forse la dimensione “reality” che ci sta ammorbando con mille programmi e di cui si nutre il sempre meno raffinato gusto dei teleutenti? Che sia questa, insomma, la pubblica opinione di riferimento, più che il cittadino che vorrebbe semplicemente essere meglio informato?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ho ascoltato oggi per caso su radio24, nel programma di nicoletti, parte della deposizione di rosa registrata nella perizia psichiatrica fatta tempo fa, e che pare non abbia rilevanza processuale (rosa descriveva orrendamente le fasi dell'uccisione del bambino); se non ho capito male questa deposizione registrata sarebbe stata trasmessa in tv, ma non ho capito quando e in quale contesto. Potresti spiegare meglio? grazie

Disclaimer ha detto...

La registrazione di cui parli è stata fatta a fine febbraio dell'anno scorso da Massimo Picozzi, incaricato dall'allora difensore dei Romano, Pietro Troiano, di svolgere una analisi in prospettiva di un'eventuale perizia psichiatrica dei coniugi.
Ieri sera a Matrix è andata in onda un'ampia sintesi della registrazione in oggetto. é parte integrante del fascicolo del processo ed è stata inserita su richiesta dell'accusa, quale prova di un'ulteriore confessione della Bazzi. Un'altra confessione è stata resa, sempre da entrambi, nel mese di giugno successivo.

Anonimo ha detto...

qualcuno mi saprebbe dire quando si terranno le prossime sedute del processo??

Unknown ha detto...

ecco le date...a marzo: 10, 13, 18, 20, 26, 27, 31.. poi il calendario è da definire..

Anonimo ha detto...

E la fiction supera la realtà: così i Ris "incastrano" Olindo e Rosa
venerdì 07 marzo 2008
Tutto uguale, tutto simile. Dal numero dei morti alle modalità. Dai primi sospetti (ingiusti) su un extracomunitario a quelli successivi avvallati da indagini scientifiche sui vicini di casa. La fiction di Canale 5 "Ris 4 delitti imperfetti", andata in onda ieri sera, ha riproposto in tuta la sua crudezza e drammaticità il dramma della famiglia Castagna e di Frigerio. Tutto davvero simile, anche il risveglio del superstite in un letto di ospedale e la difficile ricostruzione di chi ha compiuto quella strage tremenda. Fino alla svolta, inevitabile visto che è una fiction sui Ris: loro hanno scoperto un reperto compromettente sotto le unghie di una delle vittime: una fibra di una camicia simile a quella che la Rosa della fiction (chiamata Franca Cremonini ndr) ha nel suo armadio. I Ris veri, invece, ad Erba hanno lavorato molto, ma sono riusciti a raccogliere poco. Non certo per colpa loro, sia chiaro, ma sopratutto perchè nell'appartamento di Raffaella Castagna c'era ben poco da analizzare dopo lo scempio fatto da acqua e fuoco.