mercoledì 26 marzo 2008

TESTIMONI DEL 26 MARZO (PAIELLA, SECCI, FABRIZI)

Marco Paiella, medico 118.

Sono il secondo medico intervenuto in via Diaz l’11 dicembre. Sono stato fuori dall’abitazione e ho curato il signor Frigerio. Non ho avuto indicazioni sullo stato del bimbo. Per un certo lasso di tempo nessuno è intervenuto sul bambino.

Corte d’Assise: ricorda le condizioni di Frigerio?
Frigerio era grave, ma cosciente, non parlava, ma capiva le mie richieste.



Fabio Secci, agente di polizia penitenziaria.

Nel 2005 feci un rapporto su un colloquio che Marzouk ebbe con la moglie. A un certo punto prese in braccio il figlioletto e pretese di parlare con il direttore per risolvere alcuni problemi. Per tutto il colloquio tenne il bambino in braccio e non lo mollava. Alla fine riuscì ad aver il colloquio e tutto tornò alla normalità.

Corte d’Assise
Qual era il motivo della protesta?
Immediatamente non ce lo disse. Poi sapemmo che voleva essere visitato al Sant’Anna per visite oculistiche. Aveva un problema a un occhio per un trauma subito in precedenza.

Francesca Fabrizi, direttrice del carcere

Ero direttrice del carcere nel 2005. Ricordo alcuni problemi di Marzouk che lo portarono, dopo 2 cambi di sezione, alla sezione isolamento per screzi avuti con altri detenuti. Aveva subito un’aggressione. In seguito a quell’aggressione, malgrado il ragazzo parlasse di una semplice caduta, fu chiaro che si trattò di un episodio violento. C’erano evidenti problemi di compatibilità con altri detenuti. C’erano stati problemi con uno “spesino”. Parlai in seguito con Raffella Castagna che mi parlò di alcune telefonate minatorie che ricevette in quel periodo. Mi sembrava troppa la tensione per un semplice screzio.
Raffella Castagna mi sembrava preoccupata, ma non spaventata. Le telefonate erano nel periodo della detenzione di Marzouk.

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