giovedì 27 marzo 2008

TESTIMONI DEL 26 MARZO (CHIEPPA)

Nunzia Chieppa, psichiatra, consulente tecnico difesa

Ho esaminato il materiale processuale che mi è stato fornito. Non ho mai incontrato i due imputati, ma solo sulle carte. Devo dire che è una modalità un po’ anomala. Mi sono domandata qualcosa sulla credibilità clinica delle confessioni e se quando le rendevano fossero in grado di capire ciò che dicevano. Le personalità dei due sono state tra loro trainanti. Mi ha colpito subito la possibilità che i due potessero avere un quoziente intellettivo ridotto. La misura del quoziente intellettivo può avere un peso concreto nella commissione di un reato. La mia conclusione è che la signora Bazzi è affetta da un quadro in cui l’aspetto delirante è preponderante. Si tratta di un delirio persecutorio. La relazione di coppia tra i due imputati è una relazione tra una bambina e un adulto. Rosa ha coinvolto, indotto, e portato Olindo a fare sempre ciò che ha fatto. Olindo potrebbe essere soggetto a psicosi indotta. L’induttore è sempre stata Rosa. Si tratta di una coppia autistica, il cui percorso può aver portato a una situazione esplosiva. Tutte le mie considerazioni partono dall’assunto che gli imputati siano gli autori dei fatti che vengono loro contestati. Sulla loro capacità di intendere e di volere al momento del compimento del reato, ogni considerazione va rimandata ad altri approfondimenti.

Avv. Pacia. Negli atti ha ravvisato qualche episodio di dissociazione della personalità?
La dissociazione è un elemento clinico della psicosi, ma dal mero esame degli atti non sono in grado di decifrare la patologia di partenza. Potrebbe essere una sorta di schizofrenia paranoide,
una forma molto grave che potrebbe essere valutata.
P: Potrebbero esserci patologie psichiatriche che meriterebbero di essere valutate e approfondite?
Ci sono elementi che evidenziano presenza di psicosi, propria nella moglie e indotta nel marito.
Siamo nel caso della cosiddetta follia di coppia, che nel confronto con il mondo esterno potrebbe esplodere.

Pm. Astori
Cosa ha trovato nella cartella clinica del carcere?
Annotazioni sanitarie, del medico generico e psichiatriche specialistiche, con relative valutazioni.
Pm: Ha ascoltato i colloqui tra gli imputati intercettati in carcere?
Non ricordo bene. Ma non entrano nella mia consulenza intercettazioni ambientali in carcere.
Pm: Reputa fondamentale l’incontro con gli imputati?
Lo reputo fondamentale. Ho bisogno dell’incontro e del rapporto con il paziente.
Pm: Quanti colloqui potrebbero servire?
Almeno quattro o cinque.
Pm: Se dovesse fare una perizia psichiatrica, di quanto tempo clinico avrebbe bisogno?
Gli incontri non dovrebbero essere troppo ravvicinati, mi servirebbe una media di 10 – 15 incontri, in due, tre mesi.
Pm: Sarebbe un vantaggio periziare gli imputati nell’immediatezza dei fatti?
Se il fatto patologico fosse frutto di un’esplosione, sarebbe un vantaggio.
Pm: Esiste un modo per capire se esistano condizioni di patologia dipendenti dalla situazione carceraria e altre invece preesistenti?
Certo, i due piani di solito vengono tenuti nettamente separati.

Avv. Gabrielli.
Perché non ha chiesto alla difesa di poter visionare il video di Picozzi?
Non l’ho ritenuto necessario.

Corte: cosa fanno gli imputati che per farle sorgere il dubbio che non abbiano una lato quoziente intellettivo?
È una cosa che ho cercato di accertare in seguito.

C: Nelle cartelle cliniche del carcere, sono presenti gli stessi dubbi da parte degli psichiatri del carcere?
Loro sottolineano il rischio auto ed etero lesivo. Questa cosa mi ha colpito. In nessun aggiornamento clinico viene fatto menzione a deliri o allucinazioni. Mi sono chiesta il perché.

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