martedì 18 marzo 2008

TESTIMONI DIFESA DEL 18 MARZO (PISANI)

Federica Pisani. Educatrice carcere Bassone. Dà il consenso alle riprese.

Ho seguito l’imputato Romano nell’intervento di sostegno. Mediamente una volta al mese lo vedo. L’ho visto subito dopo l’arresto. Nel primo colloquio, Olindo Romano ha subito minimizzato: mi ha detto che aveva già confessato, era irruente nel raccontarmi le cose. Ricordo che mi raccontava che veniva visto come il mostro di Erba e che con un po’ di ironia non smentiva. Ripetutamente mi parlò dell’esigenza di una cella matrimoniale. Lui diceva che la pena doveva essere suddivisa equamente in due, perché si eravano già suddivisi le responsabilità di quanto accaduto. Nel tempo il comportamento del Romano si è modificato. È diventato più tranquillo. Non ha mai usato il termine innocente riferendosi alla strage, mi ha detto di non essere salito. Io ho chiesto a Romano di scrivere dei racconti, mi portò due o tre racconti e un fascicoletto di fogli con una serie di segni strani. Lui mi disse: provi a decifrarlo. Ricordo che nei racconti in un titolo c’era una volpe. Una volta uscito dal colloqui, mi sono stati sequestrati i fogli. In seguito Olindo mi disse che aveva scritto ciò che era successo quella sera ad Erba, aggiungendo che era già stato detto tutto.

Pm Astori – Quante volte ha visto il detenuto?
12-13 volte.

Quando le ha detto di non essere salito?
A settembre.

Dopo otto, nove incontri.
Sì, più o meno. Prima non aveva usato quella frase.

Ha aggiunto altri particolari, una volta detto che non era salito?
No.

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