lunedì 28 gennaio 2008

QUANDO I BINARI SI INTRECCIANO

Processo giuridico e processo mediatico. Il doppio binario. Un paradosso, in realtà.
Il paradosso di due binari distanti, spesso lontanissimi, che, però, si possono intrecciare, fino a sovrapporsi. E uno può diventare funzionale all’altro.
A processo non ancora iniziato, già una sovrapposizione balza agli occhi.
Nella lista dei testi del piemme Massimo Astori, che rappresenterà la pubblica accusa, spicca il nome di Pino Corrias: giornalista e scrittore.
Corrias è l’autore del libro “Vicini da Morire”, un saggio pubblicato lo scorso ottobre che ripercorre con puntualità i terribili fatti di Erba, dal giorno della strage alle confessioni in carcere da parte di Olindo e Rosa.
Cosa vorrà sentire il piemme Astori da Corrias? Probabilmente una cosa in particolare: a Corrias verrà chiesto come abbia fatto a riportare all’interno del suo libro i contenuti di una confessione resa da Olindo Romano a fine gennaio, tre settimane dopo l’arresto, davanti al criminologo Massimo Picozzi.
Questo ulteriore dettagliato resoconto non è agli atti del processo. C’è nel libro, ma non nei documenti processuali. Toccherà a Corrias fornire la prova dell’esistenza della confessione, spiegando dove e come ha trovato la drammatica descrizione che ha poi pubblicato da pagina 219 a pagina 224 del suo libro.
E gli avvocati che difenderanno i coniugi Romano dovranno smontare dichiarazioni di Olindo inequivocabili. Come quella, ad esempio, in cui lo stesso Olindo dice testualmente: “E poi belli tranquilli a Como - parlando degli attimi dopo la strage - Dove ci siamo guardati le nostre vetrine. Ci siamo mangiati uno spuntino e siamo tornati. Tranquilli che erano morti tutti. Invece appena arrivati sentiamo che il Frigerio non è morto. Allora ci siamo detti: speriamo che muoia anche questo […] Invece non è morto. Io dico che se lui moriva la facevamo franca, perché non c’erano tante cose contro di noi”.
Parole trascritte dall’ottimo Corrias dopo la visione di un DVD registrato in carcere e che non è tutt’ora agli atti. E che, grazie a un libro pubblicato quasi un anno dopo la strage, potrebbero assumere un ruolo cruciale nell’economia del processo.

Nessun commento: