
Ho ritirato il mio bel pass rosso che mi darà accesso all'aula d'Assise del Tribunale di Como, insieme con un'altra trentina di colleghi provenienti quasi da tutta Italia.
I restanti rappresentanti dei media avranno a disposizione una sala stampa, con proiezione integrale del dibattimento, allestita appositamente per loro. Si tratta di altri 35-40 giornalisti, così in tutto facciamo una settantina.
I restanti rappresentanti dei media avranno a disposizione una sala stampa, con proiezione integrale del dibattimento, allestita appositamente per loro. Si tratta di altri 35-40 giornalisti, così in tutto facciamo una settantina.
Già le forze in campo la dicono lunga sulla straordinarietà del processo che martedì mattina prenderà il via a Como e che vedrà alla sbarra Olindo Romano e Rosa Bazzi, presunti reo-confessi e poi ritrattatori della arcinota strage di Erba.
I preparativi alla prima udienza seguono due binari ben separati: da una parte gli avvocati e il pm, Massimo Astori, ad affilare le armi con la presentazione di lunghissime liste di testimoni. Dall'altra il carrozzone mediatico che, dovendo già iniziare a riempire le pagine dei giornali e le parti nobili dei tg, elucubra sulle più strane dinamiche che il processo ha messo in moto.
Ecco allora i pareri degli psicologi, che spiegano perché la gente è così attratta dal "male" rappresentato dalla coppia "Olly e Rosa", le opinioni degli amministratori pubblici e le immancabili interviste per strada, a Erba, con un sacco di persone, per la verità, scocciate dal trambusto che sta per montare.
Nessuno si è però chiesto, né lo ha chiesto ai due avvocati dei Romano, Schembri e Bordeaux, se i due imputati saranno in aula. Potrebbero tranquillamente rinunciare, come aveva fatto Rosa in Udienza preliminare, e potrebbero comunicarlo anche lunedì.
Stando ai primi indizi sulla strategia difensiva, che punta sicuramente all'accrescimento della tensione generale, i due arriveranno martedì in aula.
La reazione del pubblico, per il quale, tra l'altro, verranno allestiti nuovi seggiolini in aula, dovrà essere civile e contenuta, ma non è detto che ciò avvenga, e non è detto che ciò non giovi alla causa dei Romano.
Ecco il primo momento in cui il piano giudiziario e quello mediatico potrebbero sovrapporsi. Una sovrapposizione, tra l'altro, per nulla casuale e abbastanza "pericolosa" nell'economia di un processo che, invece, di serenità ne ha bisogno come del pane.
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