sabato 26 gennaio 2008

HANNO GIA' FAME

Non sarà un cammino facile, ma proprio per questo sarà interessante farlo.
Ho ritirato il mio bel pass rosso che mi darà accesso all'aula d'Assise del Tribunale di Como, insieme con un'altra trentina di colleghi provenienti quasi da tutta Italia.
I restanti rappresentanti dei media avranno a disposizione una sala stampa, con proiezione integrale del dibattimento, allestita appositamente per loro. Si tratta di altri 35-40 giornalisti, così in tutto facciamo una settantina.
Già le forze in campo la dicono lunga sulla straordinarietà del processo che martedì mattina prenderà il via a Como e che vedrà alla sbarra Olindo Romano e Rosa Bazzi, presunti reo-confessi e poi ritrattatori della arcinota strage di Erba.
I preparativi alla prima udienza seguono due binari ben separati: da una parte gli avvocati e il pm, Massimo Astori, ad affilare le armi con la presentazione di lunghissime liste di testimoni. Dall'altra il carrozzone mediatico che, dovendo già iniziare a riempire le pagine dei giornali e le parti nobili dei tg, elucubra sulle più strane dinamiche che il processo ha messo in moto.
Ecco allora i pareri degli psicologi, che spiegano perché la gente è così attratta dal "male" rappresentato dalla coppia "Olly e Rosa", le opinioni degli amministratori pubblici e le immancabili interviste per strada, a Erba, con un sacco di persone, per la verità, scocciate dal trambusto che sta per montare.
Nessuno si è però chiesto, né lo ha chiesto ai due avvocati dei Romano, Schembri e Bordeaux, se i due imputati saranno in aula. Potrebbero tranquillamente rinunciare, come aveva fatto Rosa in Udienza preliminare, e potrebbero comunicarlo anche lunedì.
Stando ai primi indizi sulla strategia difensiva, che punta sicuramente all'accrescimento della tensione generale, i due arriveranno martedì in aula.
La reazione del pubblico, per il quale, tra l'altro, verranno allestiti nuovi seggiolini in aula, dovrà essere civile e contenuta, ma non è detto che ciò avvenga, e non è detto che ciò non giovi alla causa dei Romano.
Ecco il primo momento in cui il piano giudiziario e quello mediatico potrebbero sovrapporsi. Una sovrapposizione, tra l'altro, per nulla casuale e abbastanza "pericolosa" nell'economia di un processo che, invece, di serenità ne ha bisogno come del pane.


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