Marco Santoro, comandante polizia penitenziaria. Dà il consenso alle riprese.
Il 22 novembre 2007 ho sequestrato alcuni manoscritti, dopo che il Romano era stato invitato a utilizzare i canali tradizionali per l’invio della corrispondenza. Trovammo una lettera inviata da Olindo con il nome del parroco del carcere quale mittente che, però, non aveva scritto nulla. Era indirizzata alla madre. Sui suoi libri Olindo scriveva veri e propri diari. Vi scriveva quotidianamente e personalmente. Scriveva molto, lo sappiamo perché Olindo era sottoposto a sorveglianza a vista. Il 18 luglio 2007 l’agente che lo sorvegliava una sera dovette invitarlo ad abbassare la voce. Olindo parlava con quelli delle celle a fianco. Erano Giuliano Tavaroli, Sergio Domenichini. Tra Romano e Tavaroli c’erano stati tentativi di passaggio irregolare di libri. In particolare il “Gesù di Nazaret”. Quando fu mandata in onda la fiction delle strage di Erba su Canale 5 Olindo era nervoso, si lamentò e disse alla guardia: “Meglio arruolarsi nelle Br, meglio fare il kamikaze. Ammazzare una persona non è poi così male…Anzi, lo rifarei ancora”.
Tavoli e Olindo parlavano spesso, e dovevo riprenderli spesso. In effetti, c’era qualche problema nel relazionarsi con le guardie carcerarie.
Avv. Schembri
In data 8 maggio lei ha fatto una relazione. Prima dell’8 maggio, le erano giunte segnalazioni di comportamenti atipici del Romano?
Avevo avuto una richiesta dal Romano di una cella matrimoniale: “io aspetto il processo e sto calmo, ma dopo non men ne frega niente, voglio la cella matrimoniale”.
Una volta mi ha detto: “Prima di venire qui non mi era mai successo niente”. Aveva l’insofferenza che chiunque va per la prima volta in carcere ha.
Le chiesero chiarimenti sul destino del loro patrimonio?
Sì, dalla Bazzi. Ma le dissi che io mi dovevo occupare soltanto a quanto accadeva in carcere. Ho dato impulso a un procedimento di nomina di eventuale curatore provvisori. Mi chiedeva del camper, dalla liquidazione del marito, dell’auto.
Avv. Bordeaux
Le risulta che è stato chiesto un intervisto di sostegno alla psichiatra per il Romano?
Chiunque entra viene seguito da un medico, da uno psicologo, uno psichiatra e dal personale.
Per valutare le mi richieste di togliere la sorveglianza a vista del detenuto, il direttore mi ha chiesto di fare prima un consulto con lo psichiatra.
Le risulta che Olindo fosse molto provato e sconvolto per tentativi di suicidio nella sua sezione?
Non mi risulta.
Avv. Pacia
Romano asseriva pubblicamente che gli impedivate di avere informazioni chimiche e fisiche per costruire bombe artigianali. È vero?
Sì è vero. In carcere ovviamente non ci sono quei libri.
È vero che Olindo diceva che voleva fare il kamikaze perché “così muoio anch’io e non vado in carcere”?
È vero.
Dopo il fermo, c’era il divieto di colloquio con i difensori?
Sì.
Potevano le forze dell’ordine avere colloqui con lui?
Sì, poteva, con i carabinieri che gli hanno prelevato le impronte.
Potevano quei carabinieri intrattenersi con lui a colloquio?
Sì, potevano.
Ma solo per quelle incombenze?
Sì.
Il 22 novembre 2007 ho sequestrato alcuni manoscritti, dopo che il Romano era stato invitato a utilizzare i canali tradizionali per l’invio della corrispondenza. Trovammo una lettera inviata da Olindo con il nome del parroco del carcere quale mittente che, però, non aveva scritto nulla. Era indirizzata alla madre. Sui suoi libri Olindo scriveva veri e propri diari. Vi scriveva quotidianamente e personalmente. Scriveva molto, lo sappiamo perché Olindo era sottoposto a sorveglianza a vista. Il 18 luglio 2007 l’agente che lo sorvegliava una sera dovette invitarlo ad abbassare la voce. Olindo parlava con quelli delle celle a fianco. Erano Giuliano Tavaroli, Sergio Domenichini. Tra Romano e Tavaroli c’erano stati tentativi di passaggio irregolare di libri. In particolare il “Gesù di Nazaret”. Quando fu mandata in onda la fiction delle strage di Erba su Canale 5 Olindo era nervoso, si lamentò e disse alla guardia: “Meglio arruolarsi nelle Br, meglio fare il kamikaze. Ammazzare una persona non è poi così male…Anzi, lo rifarei ancora”.
Tavoli e Olindo parlavano spesso, e dovevo riprenderli spesso. In effetti, c’era qualche problema nel relazionarsi con le guardie carcerarie.
Avv. Schembri
In data 8 maggio lei ha fatto una relazione. Prima dell’8 maggio, le erano giunte segnalazioni di comportamenti atipici del Romano?
Avevo avuto una richiesta dal Romano di una cella matrimoniale: “io aspetto il processo e sto calmo, ma dopo non men ne frega niente, voglio la cella matrimoniale”.
Una volta mi ha detto: “Prima di venire qui non mi era mai successo niente”. Aveva l’insofferenza che chiunque va per la prima volta in carcere ha.
Le chiesero chiarimenti sul destino del loro patrimonio?
Sì, dalla Bazzi. Ma le dissi che io mi dovevo occupare soltanto a quanto accadeva in carcere. Ho dato impulso a un procedimento di nomina di eventuale curatore provvisori. Mi chiedeva del camper, dalla liquidazione del marito, dell’auto.
Avv. Bordeaux
Le risulta che è stato chiesto un intervisto di sostegno alla psichiatra per il Romano?
Chiunque entra viene seguito da un medico, da uno psicologo, uno psichiatra e dal personale.
Per valutare le mi richieste di togliere la sorveglianza a vista del detenuto, il direttore mi ha chiesto di fare prima un consulto con lo psichiatra.
Le risulta che Olindo fosse molto provato e sconvolto per tentativi di suicidio nella sua sezione?
Non mi risulta.
Avv. Pacia
Romano asseriva pubblicamente che gli impedivate di avere informazioni chimiche e fisiche per costruire bombe artigianali. È vero?
Sì è vero. In carcere ovviamente non ci sono quei libri.
È vero che Olindo diceva che voleva fare il kamikaze perché “così muoio anch’io e non vado in carcere”?
È vero.
Dopo il fermo, c’era il divieto di colloquio con i difensori?
Sì.
Potevano le forze dell’ordine avere colloqui con lui?
Sì, poteva, con i carabinieri che gli hanno prelevato le impronte.
Potevano quei carabinieri intrattenersi con lui a colloquio?
Sì, potevano.
Ma solo per quelle incombenze?
Sì.
1 commento:
Ciao Mauro, questo blog riceve pochi commenti. Ma il lettore, come me, rimane senza parole quando si legge sul massacro di Erba. E' tutto così violento, crudele, così assurdo, che non si può far altro che star zitti e continuare a leggere, perché tutto questo, purtroppo, riguarda ognuno di noi. E fa paura. Stai facendo davvero un ottimo lavoro. Aspetto la testimonianza di mario frigerio. Ciao Marta
Posta un commento