Scivola sempre più in basso il processo sulla strage di Erba nei principali quotidiani. E, come previsto, le notizie a cui i titoli hanno dato risalto oggi non solo sono diverse tra giornali nazionali e locali, ma, in alcuni casi, vanno in direzione diametralmente opposte.
Il Corriere della Sera sulle pagine nazionali si limita ad una breve dal titolo: “Qualcuno aspettava le vittime del massacro”, lasciando intendere che c’era gente (il famoso terzo uomo) nell’appartamento della strage. Per capire il perché di una simile scelta, vi rimando al post di ieri.
La Repubblica ignora il caso, saltando l’udienza di ieri a piè pari.
Veniamo al Giornale, che oltre a focalizzare il rapporto dei coniugi Romano nei confronti dei vicini: “Erba, in aula sfilano i vicini: Olindo terrorizzava Raffaella”, pone l’accento sulla presunta presenza all’interno della casa degli orrori a partire dalle 18.30 di quel tragico lunedì 11 dicembre 2006.
“Nella casa entrò qualcuno prima della strage” dice infatti l’altro titolo di pagina 16 del Giornale che, a firma Felice Manti, imputa questa rivelazione all’ormai noto “siriano”, ovvero l’inquilino dell’appartamento sotto i Castagna.
Ma qui è il caso di fare un paio di puntualizzazioni.
Primo: il siriano al termine dell’interrogatorio non ha affatto ammesso di essere certo che i rumori arrivassero proprio dall’appartamento della strage.
Secondo, nel corso del cosiddetto “esperimento giudiziale” i carabinieri gli hanno fatto rivivere quelle ore dell’11 dicembre, camminando sia nell’appartamento Castagna, sia in quello del vicino. Ebbene, il siriano non è stato in grado di capire da dove provenissero esattamente i rumori dei passi.
La difesa dei Romano ieri ha enfatizzato le incertezze che lo stesso siriano avrebbe mostrato nella sua esposizione, incertezze che, però, sono state più formali che sostanziali, legate, insomma, ai problemi di lingua e di traduzione.
Ciò non ha vietato di parlare insistentemente di questa “misteriosa” presenza.
Per concludere con i nazionali, Libero pone l’accento su “Rosa in gabbia litiga con i vicini di casa”, aggiungendo: “La strategia della difesa: un terzo uomo responsabile della strage”.
In fianco al pezzo firmato da Cristiana Lori spicca un fondo a cura di Carlo Taormina. L’avvocato della Franzoni firma un pezzo dal titolo eloquente: “In qualsiasi processo vince il più abile, non chi dice la verità”.
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