Capisco che la vicenda del cosiddetto “Codice di Olindo” possa incuriosire. Stavo per dire intrigare, ma, in effetti, mi pare eccessivo. I simboli che Olindo Romano ha vergato di proprio pugno, comprensibilmente annoiato nelle sue lunghe giornate in cella, sono balzati alla ribalta delle cronache recenti quale retroscena colorato al processo in Corte d’Assise, riempiendo pagine di giornali altrimenti asfittici sull’argomento, in attesa di una nuova udienza.
E allora ci sta la spiegazione data dal giovane matematico, ci sta la "hit-parade dell’odio", in cui Olindo fa la classifica dei magistrati più antipatici, ci sta persino un minimo risvolto processuale, con ulteriore indizio di ammissione di Olindo, che il piemme Massimo Astori utilizzerà senz’altro.
Ma la domanda resta.
Visto che Olindo Romano è vivo e vegeto, perché, invece di fare il Sudoku, nessuno si è preoccupato di chiedere direttamente a lui il significato di quegli scarabocchi?
Non sarebbe stato più semplice?
Certo, meno allettante per stampa e televisioni, ma sicuramente più facile.
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2 commenti:
Perché non chiederlo direttamente a lui?
Una domanda che potrebe valere per la difesa ("E' un vostro assistito, perché non glielo chiedete invece di nominare un consulente"?) meno invece per tutti gli altri.
Primo perchè Olindo potrebbe non dire la verità. Secondo perché non è facile chiederglielo direttamente, specialmente per i giornalisti che se ne occupano.
Ecco perché, in mezzo a tanta aria fritta, la vicenda del "Codice" è meno capziosa di quanto possa sembrare. Può darsi infatti, come scrivi, che siano gli scarabocchi di un annoiato, ma è pur vero che quell'"annoiato" è imputato di aver massacrato tre donne e un bambino e ogni cosa che fa potrebbe rivelarne una piega del carattere, della psiche.
"Potrebbe", condizionale, forse anche condizionale remoto, ma in ogni caso non trascurabile.
Hai ragione, Giorgio.
Glielo chiederò (non a Olindo: malgrado i nostri ottimi rapporti non posso) ma ai suoi avvocati.
Ti confesso, però, che sento puzza di fumo. Negli occhi.
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