Domani il processo riprende. Toccherà ad altri testimoni dell’accusa, tra cui, particolarmente interessanti, alcuni carabinieri che condussero le indagini fin dalla tragica notte tra l’11 e il 12 dicembre 2006. Tra questi, anche il luogotenente Luciano Gallorini, comandante della stazione di Erba, che interrogò per tutta notte Olindo e Rosa, combattuto tra l’istinto che gli diceva chiaramente che qualcosa non andava in quei due e l’incredulità che due persone “normali” avessero potuto fare ciò di cui sono accusate.
Come nelle precedenti udienze, la difesa dei due imputati metterà in campo le proprie argomentazioni, cercando di fare cadere in contraddizione i testi del piemme.
Ma qui sta il punto.
Come nelle precedenti udienze, la difesa dei due imputati metterà in campo le proprie argomentazioni, cercando di fare cadere in contraddizione i testi del piemme.
Ma qui sta il punto.
Qual è la teoria difensiva che regge il processo?
Impossibile rispondere.
In sede di presentazione, le varie parti erano chiamate a mettere le rispettive carte sul tavolo.
Il piemme Massimo Astori ha assicurato di poter dimostrare che Olindo e Rosa sono colpevoli con fatti e prove documentali. Ha dichiarato alla Corte d’Assise che si servirà delle confessioni rese il 10 gennaio, confermate in febbraio e in giugno dai due coniugi, che avrà un testimone chiave in grado di riconoscere Olindo, che esistono prove scientifiche a carico dei due, e che esiste un movente chiaro, seppur futile, dell’omicidio.
La difesa si è, invece, limitata a dichiarare innocenti i suoi assistiti, contestando le confessioni rese dagli stessi il 10 gennaio 2007, garantendo di essere in grado di dimostrare che le stesse sono state estorte dai piemme.
Nulla ha dichiarato la difesa alla Corte in merito ad eventuali terze persone responsabili della strage (del famoso terzo uomo nessun cenno), nulla circa ipotesi alternative che scagionerebbero definitivamente i Romano, nulla circa clamorose sviste nelle indagini che, se appurate, demolirebbero la tesi accusatoria. Insomma, nel loro mazzo l’unica carta degna di nota sarebbero le “confessioni estorte”. Una carta, però, già mezza bruciata in sede di eccezioni preliminari, quando gli avvocati Schembri, Bordeaux e Pacia avevano, senza successo, chiesto l’ annullamento delle confessioni stesse per vizi procedurali.
E allora cosa sono queste continue trovate? Questi coupe de teatre che ad ogni udienza si gonfiano e si sgonfiano nel giro di qualche minuto?
Confusione, fumo, attività di spinning, non quello fatto sulla cyclette, ma la scientifica strategia di comunicazione, usata spesso in politica, attuata per spostare l’attenzione generale su falsi problemi, evitando così la messa a fuoco di quelli veri.
In sede di presentazione, le varie parti erano chiamate a mettere le rispettive carte sul tavolo.
Il piemme Massimo Astori ha assicurato di poter dimostrare che Olindo e Rosa sono colpevoli con fatti e prove documentali. Ha dichiarato alla Corte d’Assise che si servirà delle confessioni rese il 10 gennaio, confermate in febbraio e in giugno dai due coniugi, che avrà un testimone chiave in grado di riconoscere Olindo, che esistono prove scientifiche a carico dei due, e che esiste un movente chiaro, seppur futile, dell’omicidio.
La difesa si è, invece, limitata a dichiarare innocenti i suoi assistiti, contestando le confessioni rese dagli stessi il 10 gennaio 2007, garantendo di essere in grado di dimostrare che le stesse sono state estorte dai piemme.
Nulla ha dichiarato la difesa alla Corte in merito ad eventuali terze persone responsabili della strage (del famoso terzo uomo nessun cenno), nulla circa ipotesi alternative che scagionerebbero definitivamente i Romano, nulla circa clamorose sviste nelle indagini che, se appurate, demolirebbero la tesi accusatoria. Insomma, nel loro mazzo l’unica carta degna di nota sarebbero le “confessioni estorte”. Una carta, però, già mezza bruciata in sede di eccezioni preliminari, quando gli avvocati Schembri, Bordeaux e Pacia avevano, senza successo, chiesto l’ annullamento delle confessioni stesse per vizi procedurali.
E allora cosa sono queste continue trovate? Questi coupe de teatre che ad ogni udienza si gonfiano e si sgonfiano nel giro di qualche minuto?
Confusione, fumo, attività di spinning, non quello fatto sulla cyclette, ma la scientifica strategia di comunicazione, usata spesso in politica, attuata per spostare l’attenzione generale su falsi problemi, evitando così la messa a fuoco di quelli veri.
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