venerdì 11 aprile 2008

I BUONI E I CATTIVI

Ricevo e con piacere posto, dietro sua diretta autorizzazione, questa mail firmata Beppe Castagna.
Il fratello di Raffaella interviene commentando il post precedente: “Siamo tutti Dr House” e lo fa da un punto di vista tragicamente particolare. Un po’ a sorpresa, per me, ma forse non per chi legge, Beppe Castagna spiega come abbia vissuto l’impatto mediatico sul processo e come, nel corso delle udienze, la sua posizione si sia modificata radicalmente.
Ringrazio Beppe per il suo contributo al ragionamento e ribadisco come questo blog sia aperto a chiunque volesse intervenire, anche in maniera così diretta.

“Ho sempre pensato e ne sono ancora convinto che la morte è e deve restare un momento privato, intimo, da condividere con i propri parenti o amici. Purtroppo ai miei cari questo diritto è stato negato. Quanti sconosciuti hanno visto le foto dei loro corpi straziati e hanno saputo nei minimi particolari le cause che ne hanno provocato la morte? Quanti sconosciuti hanno assistito ai loro funerali?

Fino a poco tempo fa tutto ciò mi faceva ribrezzo, il solo pensiero che qualcuno scrivesse un articolo o addirittura dei libri su questa tragedia, mi faceva star male, sono sincero, anche il tuo blog e le trasmissioni di Romualdi non mi erano troppo simpatici. Essere dimenticati, cancellare le parole “strage di Erba” dal ricordo di tutti, era il mio desiderio, forse ancora di più della giustizia.
Durante la prima udienza io e la mia famiglia siamo stati l’ unica parte civile a chiedere che non avvenissero le riprese del processo, non ti dico quel giorno l’ effetto che mi fece sentire l’ avvocato Pacia dire di sentirsi “tutelato” dalla presenza dei media.

Oggi sono io il primo a sentirmi tutelato dalla loro presenza.
Un processo è ben altra cosa rispetto ad un’ operazione chirurgica, non ci sono solo momenti tecnici non comprensibili ai non addetti ai lavori. Per la stragrande maggioranza, sono momenti umani, dove ci si può fare facilmente un’opinione sull’ onestà o meno di un testimone o di un perito. Non è difficile capire chi sono i buoni e chi sono i cattivi.

Beppe Castagna

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Ho sempre pensato e ne sono ancora convinto che la morte è e deve restare un momento privato, intimo, da condividere con i propri parenti o amici" ... magari nel salotto di Vespa (amico di famiglia, devo supporre, da molti anni)