Di seguito ecco un'ulteriore, credo definitiva, spiegazione da parte di Beppe di alcuni fatti accaduti. Resta, ovviamente, la piena disponibilità a pubblicare qualsiasi posizione relativa al tema del blog: ovvero il doppio binario tra processo mediatico e processo giuridico.
Le udienze in Assise non riprenderanno prima del prossimo mese di settembre, forse anche ottobre. Fino ad allora il ragionamento non resterà in sospeso, perchè questo sarà un buon momento per dedicarsi, senza frenesia, alla riflessione.
"Ho cercato in più di un’ occasione di spiegare il motivo che ci ha spinti ad andare nel “salotto di Vespa”, ma vedo che purtroppo c’è sempre qualche benpensante che ci critica.
Alla persona che ha scritto il commento dandomi del moralizzatore senza peraltro avere il coraggio di dare le proprie generalità, mi sento semplicemente di rispondere che dopo aver passato i primi dieci giorni letteralmente assediati da giornalisti al campanello e fotografi arrampicati sulla recinzione di casa, dopo aver letto e sentito illazioni di ogni genere nei nostri confronti, dopo aver subito incursioni da parte di troupe televisive in casa, ragionammo sul fatto di rompere il silenzio e molto ingenuamente pensammo che il “salotto di Vespa” potesse essere un ottimo deterrente a tutta questa curiosità morbosa nei nostri confronti. Per chi conosce l’ ambiente, il fatto di aver scelto quel salotto e non un altro, dovrebbe essere una garanzia di buona fede in più. Concludo esprimendo il mio rammarico di dover giustificare me e la mia famiglia per l’ ennesima volta su una scelta fatta in un momento tanto doloroso".
Alla persona che ha scritto il commento dandomi del moralizzatore senza peraltro avere il coraggio di dare le proprie generalità, mi sento semplicemente di rispondere che dopo aver passato i primi dieci giorni letteralmente assediati da giornalisti al campanello e fotografi arrampicati sulla recinzione di casa, dopo aver letto e sentito illazioni di ogni genere nei nostri confronti, dopo aver subito incursioni da parte di troupe televisive in casa, ragionammo sul fatto di rompere il silenzio e molto ingenuamente pensammo che il “salotto di Vespa” potesse essere un ottimo deterrente a tutta questa curiosità morbosa nei nostri confronti. Per chi conosce l’ ambiente, il fatto di aver scelto quel salotto e non un altro, dovrebbe essere una garanzia di buona fede in più. Concludo esprimendo il mio rammarico di dover giustificare me e la mia famiglia per l’ ennesima volta su una scelta fatta in un momento tanto doloroso".
Beppe Castagna